Spesso l’integrazione sociale di un Paese passa per l’istruzione.
Il 2017 ha visto la nascita di un progetto pilota di mentorship universitaria per supportare l’integrazione – didattica e sociale – degli studenti stranieri in Italia e ha visto la sua presentazione al pubblico di Roma presso l’Università degli studi di Roma Tre, ma procediamo con ordine.
Questo progetto nasce dalla collaborazione dell’ OIM, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, con il Ministero dell’Interno in seguito alla concessione di quest’ultimo di 100 borse di studio (rinnovate annualmente) per richiedenti protezione internazionale che volessero iscriversi o proseguire corsi di studio nelle università italiane.
Nonostante l’inizio incoraggiante, si è presto riscontrato il problema dell’integrazione degli stranieri nelle realtà universitarie italiane, tanto per la didattica quanto per la possibilità che uno strumento di aggregazione forte come l’università vada sprecato.
Per prevenire tali criticità è nato il progetto Mentorship: Mentorship in italian Universities – Youth-to-youth support for the integration of students with different backgrounds, gestito dall’OIM con il patrocinio del Ministero, mira a formare la figura del Mentore universitario per studenti stranieri e richiedenti asilo.
Obiettivo principale dei mentori – giovani studenti italiani iscritti alle rispettive università – è quello di supportare gli studenti stranieri, con un focus particolare rivolto verso richiedenti asilo e protezione internazionale, nel percorso di inserimento scolastico in un sistema differente da quello di provenienza, facilitandone al contempo l’integrazione sociale.
Il corso pilota, nella sua prima edizione 2017/2018, ha visto coinvolti studenti e professori delle università di Roma Tre, di Milano-Bicocca e di Palermo. Studenti (Mentori) e professori (Focal Points) sono stati formati presso la sede romana di OIM sotto tutti gli aspetti del progetto, sui temi di accoglienza e integrazione, sulla comunicazione e sulla gestione delle attività.
La formazione dei giovani mentori universitari si è svolta su più livelli: partendo dalle classiche lezioni frontali, in cui sono state analizzate le possibili criticità legate al ruolo degli studenti e all’approfondimento dei servizi erogabili, il corso si è arricchito dell’esperienza sul campo di molti esterni, tra cui i rappresentati dal Coordinamento Nazionale delle Nuove Generazioni italiane, una delegazione del WUSC ed esponenti specializzati dell’OIM stessa. In parallelo si è anche lavorato con i docenti delle rispettive università per confrontarsi sulle diverse esperienze derivanti dai contesti di attuazione.
Alla formazione di studenti e docenti si è accompagnata anche la creazione di un comitato universitario – uno per ogni istituto partecipante, con l’impegno di confrontarsi periodicamente con gli altri – atto a supervisionare iniziative e lavori inerenti l’integrazione sociale di migranti e richiedenti asilo delle rispettive realtà.
L’esperienza, dinamica ed elastica nell’attuazione per seguire le esigenze nascenti dei mentori e comprensiva di giochi di ruolo, corsi di specializzazione per settore e momenti d’incontro extra-scolastico, è stata accolta da tutti i partecipanti in un clima di entusiasmo e crescita comune.
Il 10 maggio 2018 i giovani mentori di Roma Tre hanno presentato il progetto in itinere presso l’ateneo di Giurisprudenza, aggiornandoci sui primi traguardi e sulle sopravvenute criticità legate al background degli studenti stranieri, cui sono seguiti interventi della direzione universitaria e dello staff OIM per futuri sviluppi.
La speranza comune, riscontrata e condivisa, è di riuscire ad ampliare nel tempo questo progetto pilota di integrazione sociale, accrescendolo delle esperienze raccolte dai ragazzi durante i mesi futuri di lavoro.
Alberto Di Maio